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Le maniche lunghe svasate sono altomedievali o bassomedievali? Questo è il dilemma?

Ho frugato in lungo e in largo nei libri (pochissimi) che parlano del costume medievale alla ricerca di una sostanziale evoluzione del costume medievale in dieci secoli e non ho trovato granché, anzi, si può dire che la moda in quei secoli abbia seguito un andazzo un po’ eterogeneo.

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In questa immagine tratta dal testo The history of fashion in France, si nota come già in epoche precedenti il Medioevo la manica del costume femminile fosse tipicamente lunga e svasata (terza figura da sin.). La prima donna da sinistra è una donna della società gallica e quindi appartenente ad una delle popolazioni barbariche, i Celti (per i Romani, i Galli); la seconda donna invece indossa un costume definibile gallo-romano ossia nè dell’una o dell’altra di società, ma una specie di via di mezzo che si ritroverà poi nel costume normanno, probabilmente come ultimo e finale risultato dell’incontro di popolazioni diverse e costumi diversi durante il periodo delle incursioni; la terza donna appartiene invece ai primissimi secoli del Medioevo e il suo costume è della società Merovingia. I colori sono vari in notevole contrasto tra loro e non ci sono parti del corpo scoperte come le braccia, infine viene la donna carolingia che indossa una tunica dalla fattezza romana con maniche lunghe e leggermente svasate, la bordatura decorata ma non troppo e infine il capo coperto da un velo alla maniera romana; si verificò quindi una sorta di rewind del costume, si ritornò sulle orme del passato e questo probabilmente fu anche dovuto alla mentalità carolingia, salito al trono,Carlo Magno aveva come obiettivo il ripristino dei territori un tempo occupati da Roma e le sue guerre riuscirono a ricreare un territorio abbastanza vasto da poter essere designato come il Sacro (per la religione cristiana) Romano Impero. Probabilmente il costume carolingio non fu solo un risultato della mentalità ma anche dell’incontro del popolo franco con la cultura e la società romana (o meglio, quel che ne rimaneva), anche se considerata l’epoca carolingia e l’epoca romana ci sono ben 400 anni di differenza che molto probabilmente non sono sufficienti ad avvalorare l’ipotesi.

La donna carolingia inoltre indossa una sottotunica, probabilmente con funzione di indumento intimo, non esistendo all’epoca la biancheria che noi oggi indossiamo tutti i giorni. Anche la pettinatura è diversa tra carolingi e merovingi, la donna merovingia non ha il capo rigorosamente coperto come la carolingia e mostra i capelli magnificamente addobbati ed intrecciati.

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Nell’immagine qui sopra, invece sono mostrati a destra altri due modelli di costume dell’epoca carolingia e a sinistra due modelli dell’epoca successiva, quella sotto i Capetingi, in cui si osserva che la manica svasata scompare completamente mentre la tunica riprende le forme della tunica merovingia, il collo si impreziosisce di decori, aumentano le tuniche (due, una per l’intimo ed una per il quotidiano), il mantello diventa un elemento fondamentale dell’abbigliamento femminile; così anche il capo torna ad essere scoperto verso la fine del X secolo e i capelli vengono mostrati intrecciati, acconciati in mille modi, ma successivamente torna di moda il copricapo ed il velo, che sembra avesse principalmente la funzione di coprire gran parte del capo, specie i capelli. Il velo viene successivamente e progressivamente sostituito con dei cappelli o delle cuffie che raccolgono i capelli e questo fin verso la fine del 1300. Da come si vedrà però nell’immagine che seguirà, anche in epoca capetingia ci fu un ritorno al passato nella moda, con l’alternarsi del capo coperto e scoperto, della sottotunica e della svasatura delle maniche, delle dimensioni del mantello e delle decorazioni dell’abbigliamento.

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Lo stile altomedievale della moda francese tenderà a scomparire definitivamente con l’avvento sul trono di Francia della dinastia dei Valois e qui la moda subisce una vera e propria evoluzione con un aumento notevole dei dettagli preziosi e della fattura dell’abbigliamento, delle acconciature e dei copricapo, la manica dell’abito femminile durante il regno di Carlo VI è molto svasata tanto che quasi tocca terra, l’abito è in prezioso damasco e i bordi sono in pelliccia di ermellino, il capo è sormontato da un enorme copricapo a corna cui è attaccato il velo in seta. Al collo le nobildonne iniziano ad indossare gioielli e inoltre sono anche più scollate rispetto alle loro antenate dell’alto Medioevo. In alcuni casi l’abito è talmente decorato da sembrare uno stendardo (prima immagine a sinistra).

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Durante il regno di Carlo VI però la moda subisce ulteriori cambiamenti, pochi decenni perché le generazioni cambino e così anche la moda, già quando sale al trono Carlo VII i costumi sono decisamente cambiati, siamo nel XV secolo, verso la fine della sanguinosa Guerra dei Cento Anni ed il costume non ha quasi più nulla di medievale, alla fine del XV secolo si notano già i primi segni di rinascita nella moda e tutto quello che appartiene al passato viene sostituito con nuovi tessuti.

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In conclusione è difficile stabilire esattamente a quale epoca del Medioevo appartiene la manica svasata, quando nella maggior parte delle rappresentazioni pittoriche medievali il costume femminile è sotto forma di tunica dalla manica stretta e il capo è quasi sempre coperto, inoltre le tuniche sono sempre molto accollate, la veste non è mai una sola, spesso le tuniche sono sempre due e i colori sono grosso modo quelli legati alla terra ed alla natura: marron, nero, rosso, giallo, blu; il bianco era riservato all’abito nuziale o al velo. Chi volesse oggi riprodurre con esattezza un costume medievale con manica svasata e assegnargli successivamente un esatta collocazione storica non riuscirebbe dal momento che come si è già detto, la manica svasata non fu una prerogativa del costume in un periodo limitato di tempo dell’intero Medioevo, ma fu una caratteristica del costume medievale più volte ripreso e abbandonato.

Fonti bibliografiche

  • The history of fashion in France, from the french of M, Augustine Challamel, by Mrs. Cashel Hoey and Mr. John Lillie, 1882

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